Soledad – Maurizio De Giovanni

Ambientato a Napoli nel dicembre del 1939, è il romanzo più recente della saga Ricciardi.

In un’Italia che si appresta ad entrare in guerra, sotto l’egemonia del fascismo e di Mussolini, l’indagine del commissario Luigi Alfredo per l’omicidio della giovane e bella Erminia Cascetta, sembra quasi marginale.

Il barone di Malomonte si trova a dover organizzare la “fuga”della famiglia della compianta moglie e dell’adorata figlia Marta, in quanto i nomi di questi ultimi compaiono in una delle famigerate “liste”utilizzate dai fascisti e dai nazisti per le deportazioni.

Il brigadiere Maione scopre tragicamente che il figlio minore Antonio è membro di una banda di giovani camicie nere.

Al confronto con gli altri romanzi di Maurizio De Giovanni, in “Soledad” è facilmente intuibile chi sia il colpevole; viene dato maggiore risalto al momento storico cruciale che l’Italia sta attraversando piuttosto che al vero e proprio assassinio; ciò non priva il racconto di quel “garbo narrativo”che è, a mio parere, la principale cifra stilistica dell’autore.

È una Napoli straziata ed incredula quella che di appresta ad affrontare uno dei periodi più bui della nostra storia.

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La trilogia del male – Roberto Costantini

Non è semplice recensire i tre capolavori di Roberto Costantini -“Tu sei il male”, “Alle radici del male”, “Il male non dimentica”- , senza svelarne la trama.

Il protagonista, Michele Balistreri, trascorre parte della sua esistenza, infanzia e adolescenza in Libia, e maturità e vecchiaia a Roma, dove svolge l’attività di poliziotto, non certo per vocazione.

Di Balistreri ci si innamora; è un uomo vero, con pregi e difetti, al cui fascino non si riesce ad essere immuni. La sua è una famiglia importante, ricca; papà Salvatore, mamma Italia, un fratello maggiore, Alberto, qualche amico come Angelo Dioguardi, molte donne.

Tu sei il male (2011), è suddiviso in due aree temporali; la prima parte è ambientata a Roma nel 1982. Il commissario Balistreri che presta servizio presso Vigna Clara, si trova a dover risolvere un caso di omicidio. Elisa Sordi, giovane ragazza dipendente del Vaticano, sparisce la notte della vittoria dell’Italia ai mondiali dell’82, per poi venire ritrovata in un fosso, barbaramente uccisa.

Il mistero rimane irrisolto e la narrazione fa un salto temporale al 2005, quando Michele, a capo della Sezione Speciale Omicidi di Roma, deve indagare su Samantha Rossi, studentessa violentata e uccisa da tre rumeni del Casilino 900 e Nadia, prostituta moldava trovata senza vita in un pozzo. Un fil rouge unisce queste vicende al suicidio della mamma di Elisa Sordi, avvenuto la notte della vittoria dell’Italia ai mondiali, nel 2006. Balistreri è costretto a riaprire le indagini del caso mai risolto dell’82.

Nella seconda parte della trilogia, Alle radici del male (2012), viene svelato il collegamento con il passato di Balistreri ed ha inizio una nuova ed intricata vicenda ambientata in Libia e legata all’infanzia del commissario, nella quale vengono a galla altri due omicidi la cui soluzione verrà in parte svelata nella terza parte della trilogia. Sono numerosi i riferimenti storici alle vicende controverse che legarono la Libia all’ Italia con l’elezione del colonnello Gheddafi a primo ministro libico.

Nel terzo romanzo, Il male non dimentica (2014) che si apre con due omicidi, quello di Melania Druc e della figlia, si chiude il cerchio relativo ai precedenti assassinii e alla vita del commissario stesso, invecchiato e per certi versi rassegnato all’ineluttabilità del tempo. Balistreri è costretto a fronteggiarsi con un passato mai veramente sepolto e a tornare a Tripoli, davastata dalle bombe della Nato, per scoprire finalmente la verità sui suoi amici e sui suoi genitori.

Ho trovato la triologia avvincente e molto coinvolgente; duemila pagine circa che si leggono tutte d’un fiato; è impossibile non prendere le parti di Michele “Mike” Balistreri, che nonostante il carattere apparentemente arrogante e scontroso rivela un animo onesto e puro fino allo stremo. Penso che Roberto Costantini, ingegnere nato a Tripoli, si identifichi molto nel suo personaggio.

Consiglio a tutti  gli appassionati di noir e storia, la lettura di questa appassionante trilogia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il purgatorio dell’angelo – Maurizio De Giovanni

Questa volta a morire assassinato in circostanze misteriose é un anziano prete di nobili origini, molto conosciuto in città perché confessore di parecchi esponenti di alto lignaggio; la vicenda scuote gli animi dei membri dell’alta società locale ma anche dei gesuiti confratelli di don Angelo de Lillo, increduli dinanzi a tanta efferata crudeltà.

Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, nonostante sia attanagliato dai soliti problemi personali legati alle tormentate visioni di morti che lo inducono a ritenersi “pazzo”, si trova sottoposto a forti pressioni dalla questura per risolvere il caso.

Il brigadiere Maione, fedele compagno di Ricciardi, invece, se da un alto prova un’incontenibile gioia per l’arrivo di Felice Vaccaro, nuovo agente scelto che tanto gli ricorda il defunto figlio Luca, dall’altro é crucciato da una serie di rapine ordite ai danni dei commercianti della zona, apparentemente opera di dilettanti, in grado di sfuggire puntualmente alla sua attenzione.

Ancora una volta Maurizio De Giovanni tiene incollato il lettore alle pagine del suo romanzo avvincente e struggente al tempo stesso.

Come al solito la soluzione del caso ha lontane radici che affondano nel passato dei protagonisti.

Per quanto riguarda le vicende personali del commissario Ricciardi e dell’amata Enrica, assistiamo finalmente ad una svolta decisiva nella vicenda amorosa dei due di cui non voglio anticipare nulla.

Per gli appassionati del barone di Malomonte anche quest’ultima fatica di De Giovanni, è in grado di catturare il lettore dalla prima all’ultima pagina, lasciandolo avvolto in un turbinio di emozioni.

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Vuoto – Maurizio De Giovanni

Questa volta lo scalcinato gruppo dei “bastardi” si ritrova ad affrontare la scomparsa di un’insegnante di lettere, Chiara Fimiani, sparita in circostanze misteriose.

Le indagini del commissariato più chiacchierato del quartiere partenopeo, faranno emergere inquietanti verità relative al marito della donna, Marcello Baffi, ricco e stimato imprenditore e aspirante politico; la vita apparentemente perfetta dei coniugi nasconde in realtà un “vuoto morale”, una realtà tetra ed oscura.

Il vuoto prende piede anche all’interno del gruppo dei Bastardi, nel momento in cui il “Presidente” Pisanelli, viene ricoverato in ospedale a causa di una grave malattia;

la lunga degenza porta il questore alla decisione di sostituire temporaneamente Pisanelli con il vicecommissario piemontese Elsa Martini, donna algida e bellissima, il cui personaggio duro ed indecifrabile rischia di rompere il delicato equilibrio del gruppo.

L’ultimo romanzo di De Giovanni é come sempre avvincente e convincente, a tratti venato di malinconico struggimento.

Anche le esistenze apparentemente piene possono nascondere un vuoto incolmabile e gettare ombre ed inquietudine su una vita ordinaria…

Il vuoto é il dolore delle famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà, costrette ad un’esistenza di miseria e degrado, fisico e morale.

Il vuoto é il dolore dei protagonisti, ciascuno dei quali vive una situazione di instabile precarietà…

Consiglio vivamente la lettura dell’ennesimo capolavoro di Maurizio De Giovanni.

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Souvenir – Maurizio De Giovanni

I romanzi di Maurizio De Giovanni creano dipendenza…non si può fare a meno di leggerli uno dopo l’altro…

La mia lettura più recente è Souvenir, libro meno “giallo” degli altri (di fatto il morto non c’è), la cui trama noir cede il posto alle intriganti vicende personali dei Bastardi…si può affermare dunque che le tinte gialle si colorino di rosa, sfumatura che a noi donne piace molto ma che rischia di inficiare la suspense poliziesca caratteristica dei libri dell’autore.

Cosa é successo in Vico Egizio 15 a Pizzofalcone?

Quale legame si instaura tra passato e presente?

Queste sono le domande alle quali i protagonisti sapranno dare una risposta.

L’antica storia d’amore tra una celebre attrice hollywoodiana ed un ragazzo di Sorrento si collega ad un presente di mafia e corruzione che i Bastardi affronteranno con il loro usuale intuito e spirito di squadra.

Chi ama De Giovanni non può fare a meno di immergersi nelle pagine di questo romanzo che a mio parere non é il migliore della serie ma non delude…da leggere preparandosi ad un nuovo episodio.

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Rondini d’inverno – Maurizio De Giovanni

Premetto che amo Maurizio De Giovanni e consiglio caldamente di leggere tutto ciò che la mente di questo brillante scrittore partenopeo ha partorito.

Rondini d’inverno pare rappresenti l’epilogo delle vicende del commissario Ricciardi.

Il romanzo noir é ambientato a Napoli nel 1932.  Nel teatro di varietà, al termine della sceneggiata che si chiude con la canzone “Rundinella”, Michelangelo Gelmi, celebre attore ormai sull’orlo del declino, spara alla giovane, bellissima e fedifraga moglie, Fedora Marra, uccidendola con un colpo di pistola che avrebbe dovuto essere a salve ma che in realtá si rivela fatale.

Il caso sembrerebbe di evidente risoluzione ma l’imputato si dichiara innocente e Ricciardi crede alla sua parola; l’intuito porta il commissario a scavare ben oltre la superficie delle cose; accanto al giallo si dipanano poi le vicende personali del commissario e di Enrica, la donna della quale é innamorato e quelle del maresciallo Maione e del dottor Modo, che fanno da fil rouge tra tutti i romanzi dell’autore.

“Rondini d’inverno” é profondo e brillante per stile e contenuto; Maurizio De Giovanni é un grande narratore di anime, le cui vicende si avviluppano sullo sfondo di una Napoli di fine anno, avvolta in una insolita nebbia  e più malinconica che mai.

Il finale é come sempre inaspettato; questa vicenda dovrebbe rappresentare l’epilogo delle avventure del commissario Ricciardi ma spero vivamente in un seguito…

Consigliatissimo a tutti ed irrinunciabile per chi ha giá letto gli altri romanzi di Maurizio De Giovanni.

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Segreto di famiglia – Mikaela Bley

La protagonista, l’affascinante Ellen Tamm, giornalista di cronaca nera, dall’oscuro e sofferente passato, si trova coinvolta, suo malgrado, nella vicenda riguardante la scomparsa di una bimba di Stoccolma, Licke, otto anni, della cui esistenza, i genitori, separati, sembrano disinteressarsi.

La madre, Helena, agente immobiliare, ha sofferto di una depressione post partum mai curata; il padre si è risposato creando una nuova famiglia con una donna, Chloè, egoista e gelosa della bimba.

E’ proprio la matrigna ad accompagnare Licke presso il centro sportivo (per la lezione di tennis mai svoltasi) dove se ne sono perse le tracce.

Ellen, inviata di TG4, soffre in prima persona per la scomparsa della piccola ravvedendo nella vicenda molte similitudini con la propria infanzia e non riesce a darsi pace; nonostante gli ostacoli creati da una polizia corrotta e dall’ostilità dei colleghi, arriva a scoprire la verità.

Il thriller della scrittrice svedese nel complesso mi è piaciuto.

Il ritmo è incalzante, ha la giusta dose di suspence, non annoia mai; unica pecca a parer mio la presenza di pochi personaggi, elemento che porta ad individuare facilmente il colpevole.

 

 

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Indizio n°1 – Tami Hoag

E’ la prosecuzione del thriller “La ragazza n°9”.

La protagonista è la promettente giornalista Dana Nolan che, sopravvissuta alle torture del mostro Doc Holiday, si ritrova un anno dopo con la mente ancora sconvolta e i segni indelebili degli abusi marchiati a fuoco sul proprio corpo.

Nel tentativo di ritrovare se stessa, dopo una lunga degenza, torna nella sua città natia e quasi per caso, finisce per indagare sulla scomparsa, avvenuta anni addietro,  della sua migliore amica Casey, mistero rimasto insoluto.

Dana non è più la stessa ragazza di un tempo e anche gli affetti che la circondano sembrano non essere più le stesse persone di una volta.

Rispetto a “La ragazza n°9”, il secondo thriller di Tami Hoag mi è parso meno interessante; ho trovato la prima parte della narrazione molto lenta ed un pochino pedante; la seconda parte invece, ricca di colpi di scena, mi ha catturata maggiormente anche se il finale è forse un pò scontato….resta comunque una lettura che consiglio.

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La ragazza n.9 – Tami Hoag

Un thriller (degno di questo nome!) dedicato agli adolescenti e alle problematiche solo apparentemente superficiali che caratterizzano le loro vite; bullismo, cyberbullismo, accettazione.

I due detective Sam Kovac e Nikki Lisca si trovano ad indagare sull’omicidio di una giovane ragazza, avvenuto la notte di Capodanno a Minneapolis.

Il  corpo inerme della fanciulla viene sbalzato fuori dal bagagliaio di una berlina nera e scaraventato sul parabrezza di una limousine…

La ragazza ha il volto sfigurato dall’acido e per questa ragione viene soprannominata dai detective “Zombie Doe”; è la nona donna trovata morta dall’inizio dell’anno che si teme sia vittima del serial killer denominato Doc Holiday perché “colpisce” in prossimità delle festività.

Risalendo con fatica all’identità dell’adolescente i due detective si troveranno però ad indagare su una realtà ben più complessa ed articolata di un omicidio perpetrato da uno psicopatico…

La giovane vittima non solo è stata brutalmente massacrata; assieme alla devastazione fisica ha subito una devastazione morale; il suo “non essere accettata” perché diversa l’ha condotta ad un isolamento “dal gruppo” per lei fatale; l’estrema sensibilità, il desiderio di essere “accettata”, l’abilità nel tradurre in poesia le sensazioni più intime ne fanno un’eroina dei tempi moderni.

Che dire? E’ il primo libro di Tami Hoag che leggo, ne sono rimasta entusiasta e più tardi inizio il secondo…dunque…buona lettura!

 

 

 

 

 

 

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La ragazza scomparsa – Angela Marsons

Ho appena terminato la lettura del terzo thriller di Angela Marsons, che vede come protagonista sempre la detective Kim Stone, questa volta impegnata in un caso ancor più delicato e difficile.

Due bimbe di nove anni, Charlie ed Amy, figlie di famiglie amiche, molto ricche e molto unite, vengono rapite da malviventi senza scrupoli che promettono di liberare unicamente la figlia della coppia che si impegnerà a corrispondere un riscatto maggiore, creando sgomento e malessere nei due nuclei familiari.

Ancora una volta Kim Stone, durante le indagini, rivive i momenti più dolorosi e cruenti della sua infanzia, che hanno contribuito a forgiarne l’inespugnabile corazza.

A mio parere questa volta la donna appare agli occhi del lettore, più “morbida” e umana rispetto alle precedenti vicende.

Il ritmo della narrazione è incalzante, come negli episodi passati; la trama è densa di colpi di scena, così come l’epilogo.

I tratti psicologici dei protagonisti sono ben delineati e la storia avvincente ed emozionante…vale la pena leggere questo thriller anche come libro a sé stante…

il mio consiglio ad ogni modo è quello di leggerli tutti e tre!

Buona lettura

 

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