Questa volta a morire assassinato in circostanze misteriose é un anziano prete di nobili origini, molto conosciuto in città perché confessore di parecchi esponenti di alto lignaggio; la vicenda scuote gli animi dei membri dell’alta società locale ma anche dei gesuiti confratelli di don Angelo de Lillo, increduli dinanzi a tanta efferata crudeltà.
Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, nonostante sia attanagliato dai soliti problemi personali legati alle tormentate visioni di morti che lo inducono a ritenersi “pazzo”, si trova sottoposto a forti pressioni dalla questura per risolvere il caso.
Il brigadiere Maione, fedele compagno di Ricciardi, invece, se da un alto prova un’incontenibile gioia per l’arrivo di Felice Vaccaro, nuovo agente scelto che tanto gli ricorda il defunto figlio Luca, dall’altro é crucciato da una serie di rapine ordite ai danni dei commercianti della zona, apparentemente opera di dilettanti, in grado di sfuggire puntualmente alla sua attenzione.
Ancora una volta Maurizio De Giovanni tiene incollato il lettore alle pagine del suo romanzo avvincente e struggente al tempo stesso.
Come al solito la soluzione del caso ha lontane radici che affondano nel passato dei protagonisti.
Per quanto riguarda le vicende personali del commissario Ricciardi e dell’amata Enrica, assistiamo finalmente ad una svolta decisiva nella vicenda amorosa dei due di cui non voglio anticipare nulla.
Per gli appassionati del barone di Malomonte anche quest’ultima fatica di De Giovanni, è in grado di catturare il lettore dalla prima all’ultima pagina, lasciandolo avvolto in un turbinio di emozioni.